Nuovi Mondi – Parte 9^

…<<Mentre studio i rotoli di Keryn, mi viene in mente che posso, grazie al mio secondo corpo appena scoperto, visitare contemporaneamente l’istituto. Lo faccio e mi rendo conto che entrambi sono sotto il mio simultaneo controllo. Visito in questo modo il 4° ed il 5° piano dell’edificio ed apprendo, contemporaneamente che Keryn ha molteplici potenzialità che attendono di poter emergere, al verificarsi della giusta occasione. Mentre continuo nella mia perlustrazione scorgo delle attrezzature particolari utili a stimolare le capacità degli studenti. Scendo poi al pano terra ove stavano festeggiando il mio arrivo e chiedo agli studenti se in quella scuola gli insegnanti assegnano compiti per casa, loro rispondono di no. Ciascuno è libero di frequentare a proprio piacimento qualsiasi classe. Mi precisano inoltre che quella, in quel luogo, è l’unica scuola che accoglie bambini e ragazzi senza distinzioni d’età e di genere. Chiedo poi di descrivermi Keryn e loro mi confidano che ella non ha mai avuto un problema di salute o, anche, un semplice incidente essendo, probabilmente, predisposta naturalmente ad evitarli. Aggiungono che è molto brava in medicina e che utilizza l’energia delle proprie mani per curare piccoli disturbi localizzati, che preferisce le cure omeopatiche alle sostanze chimiche (medicine) e che, a suo dire, ogni sua iniziativa nel campo della medicina è volta a ripristinare la naturale circolazione energetica del corpo e che ogni suo intervento viene puntualmente descritto sui suoi rotoli. Quando non c’è un precedente già descritto lei disegna un corpo umano sulla sua mano individuando su di essa il problema di quell’individuo, agendo poi di conseguenza. Ringrazio e saluto i ragazzi, risalgo al 5° piano e, da questo, fino al terrazzo (6° livello) da dove si gode un’ottima visuale dei livelli inferiori e quella, meravigliosa, dell’enorme parco dove gli studenti passano parte del loro tempo nella più totale spensieratezza. Mi rendo conto, a questo punto, che l’edificio ha una struttura piramidale. Nel contempo (dall’altro me)  mi giunge un’immagine trovata in uno dei rotoli di Keryn, su di uno sfondo bianco, una forma circolare che racchiude tre cerchi concentrici, ciascuno con un triangolo al suo interno che tocca la circonferenza più esterna. Nello stesso istante mi appare davanti reclamando i suoi rotoli, prendendomi in giro sul tempo che, secondo lei, sto perdendo nel cercare di studiarla. Le faccio quindi vedere, toccandola con il palmo della mano, come riesco a rientrare nell’altro mio corpo portandola con me. Cosa, questa, che non la spaventa affatto. Le restituisco i suoi rotoli avendo appreso che in essi sono contenuti i suoi segreti per poter aspirare a fare ciò che io riesco a fare senza. Lei, decisa, mi dice che vuole provare ed io ribadisco ancora una volta la “1^ regola”, aggiungendo il famoso proverbio: “La calma è la virtù dei forti”, occorre avere pazienza, prima di tutto occorre aprire le porte giuste (chakra). Ad essi c’è chi cerca d’associare un numero, ma è, secondo me, praticamente impossibile perché ogni più piccolo componente di una cellula è, di fatto, un centro energetico, essendo la materia stessa composta di “luce” ad una particolare vibrazione. Lei prova a confutare quanto da me affermato  ed io, per distrarla, le propongo di prendere i suoi rotoli e riprodurre una copia dei nostri corpi. Sulla sua copia le suggerisco d’utilizzare la tecnica del “Confinamento dei sigilli dei chakra” (Naruto), che consiste nel disattivare i centri nervosi così da impedire ogni movimento. Nel contempo le illustro, tramite un disegno, i punti del corpo umano ove l’energia scorre in maggiori quantità, corrispondenti, per lo più, a quei punti ove è più facile sentire i battiti cardiaci, con particolare riferimento a quelli delle estremità inferiori e naturalmente nel cuore ove ce n’è uno di grandissime dimensioni, della forma di un sole. La esorto nuovamente a cercare di disattivare, uno ad uno, tali centri energetici sulla sua copia, al solo scopo di farle prendere dimestichezza con tale potenzialità, e fare della mia ciò che preferisce. Con suo sommo stupore, davanti ai suoi occhi, la sua copia esplode per l’incapacità a gestire così tanta energia, mentre la mia è per lei inattaccabile in quanto da me perfettamente controllata. Lei capisce allora l’importanza del dover procedere gradualmente nella riattivazione dei propri chakra e mi dice che da quel momento è a mia completa disposizione, avendo appreso quale fine è riservata a chi vuole accelerare tale processo senza conoscerne le conseguenze. Dopo questa, per lei, fantastica esperienza le lascio la mia copia, la saluto e mi reco al settimo livello, invisibile agli altri, appositamente da me creato per meglio osservare ciò che accade nei livelli sottostanti …

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Nuovi Mondi – Parte 8^

…<<Keryn mi chiede come mai ci ho messo così tanto ad arrivare da lei (la quale, lo ricordo, è la persona cui debbo trasferire le mie conoscenze) e mi confida di avermi riconosciuto perché in passato mi aveva già rappresentato in un suo disegno. Ella, circa le sue capacità extrasensoriali, mi ha confidato di riuscire a cambiare la sua realtà attraverso i disegni, definendo questa caratteristica con il nome di <<Il Dio degli specchi>>. Nella scuola che frequenta (quella dei talentuosi) ella ha una classe tutta per sé, essendo l’unica  ad avere quel talento che sviluppa per conto proprio e non essendoci insegnanti in grado d’aiutarla. La classe stessa è una sua creazione, scaturente da un disegno che ha poi magicamente preso forma, con due finestre poste a nord ed a sud. Le dico che forse dovremmo parlare in disparte di certe cose ma lei, tranquillamente, mi risponde che stiamo comunicando telepaticamente e che, pertanto, gli altri non ci stanno ascoltando. Suona la campana d’ingresso e gli studenti non entrano, in attesa che io faccia il primo passo. Gli insegnanti, allarmati, escono a chiedermi spiegazioni. Keryn si avvicina a me dicendomi che necessita del contatto fisico con una qualsiasi parte del mio corpo, così stringe con le sue braccia il mio braccio sinistro. Agli insegnanti chiedo se desiderano associarsi a noi nei festeggiamenti in mio onore e loro accolgono la mia proposta, pressati dal mio condizionamento mentale. A questo punto entro nella scuola seguito dagli altri studenti. La festa è iniziata ed i ragazzi e le ragazze si divertono insieme ai professori ed agli altri impiegati della scuola. Mentre esploro l’edificio di 5 piani, mi fermo al terzo e scelgo una stanza nella quale entro insieme a Keryn: è la sua classe! Le chiedo di lasciarmi tutti i rotoli in suo possesso in quel momento, così da poterli consultare, e di andare a divertirsi con gli altri. Lei mi chiede come sarei riuscito a tenerla d’occhio ed io le rispondo che utilizzerò le informazioni contenute nei rotoli. Lei, scocciata, si siede ed aspetta che io le insegni quanto debbo. 1^ lezione: “Non avere fretta!”. Ogni cosa a suo tempo. Lei cerca i mie occhi poi mi viene davanti ed io le appoggio due dita (indice e medio) sulla fronte (all’altezza del terzo occhio), tranquillizzandola. Al che lei, sorridendo, mi saluta uscendo dall’aula. In uno dei rotoli leggo che in quella classe, protetta da un codice, può entrare solo chi vuole lei, ed apprendendo che la stessa era preclusa anche a me, con evidente insuccesso … ella, comprendo allora, dovrebbe quindi rappresentare per me l’ostacolo oltre il quale ritrovare la mia parte mancante … E lo stesso io per lei … interessante! Mentre è assente rielaboro mentalmente il suo aspetto fisico che ora descrivo: capelli color rame, lunghi fino all’ombelico; occhi di un verde chiarissimo, su cui porta un cerchio di colore viola; jeans neri, con una cinta anch’essa viola; una maglietta bianca con una scritta all’altezza del cuore “L’arte è infinita”; scarpe grigie. Torno quindi a concentrarmi sui rotoli ed osservo che ognuno di essi ha un colore diverso per ogni tema trattato. Dopo qualche minuto, fuori della porta chiusa, avverto la presenza di un curioso al quale, con la forza del pensiero, faccio sbattere la testa sulla porta, intimandolo poi sarcasticamente ad entrare e presentarsi. Egli afferma d’essere il bullo della scuola cui io, con il mio comportamento, sto rubando la scena. Dice d’essere venuto per impormi la sua autorità mentre io gli elenco tutti i suoi punti deboli. Sentitosi offeso cerca di colpirmi con un calcio al busto mentre sono ancora seduto davanti ai rotoli. Io non mi sposto ma il suo calcio s’infrange sul muro alle mie spalle passando sul mio corpo divenuto evidentemente inconsistente (etereo) in quell’istante, come fosse una proiezione olografica. Sentito il dolore egli indietreggia mentre il mio corpo riprende la sua naturale consistenza (è bello scoprire di avere due corpi!). Lui mi accusa d’essere un mostro ed io chiudo gli occhi e gl’invio energia (fiamma bianca) per guarire il suo piede infortunato, quindi gli chiedo se la lezione gli è bastata e lui, intristito, si gira di spalle e va via…

 

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Nuovi Mondi – Parte 7^

… Durante i festeggiamenti in mio onore, uno di loro, quello che sembra essere il loro punto di riferimento, mi chiede di spiegargli il motivo della scelta della traiettoria delle orbite di quello e dell’altro pianeta, i due nuovi che io ho provveduto a sistemare nel nuovo sistema solare, indicandomeli su di una loro rappresentazione riportata su di un foglio di papiro (o qualcosa di simile). Io lo sfido dicendo che quell’informazione l’ho già trasferita nella mente di uno dei suoi amici, e che lui avrebbe solo dovuto individuarlo. L’uomo, sentitosi scoperto, si fa avanti e proferisce queste semplici parole: “In quel disegno c’è armonia ed equilibrio delle distanze”… I festeggiamenti continuano (dopotutto sono considerato alla stregua d’un dio) fino a quando uno di loro mi suggerisce d’andare a riposare, accompagnandomi all’interno di una casetta scura ed insonorizzata, appositamente adibita al riposo, che in quel luogo prescindeva dalle ore di effettivo buio. Provo a dire loro che non avevo tempo di dormire perché avrei dovuto presenziare ad un appuntamento dall’altra parte del pianeta e loro, guardandosi perplessi, mi rassicurano dicendo che al termine del sonno mi sarei sicuramente trovato, in tempo utile, in quel luogo. Al mio risveglio mi trovo effettivamente nella stessa città ove ho incontrato la ragazza con lo specchio. Sotto la mia giacca c’è un foglio di papiro nel quale c’è scritto: “Non ci hai salutati, torna a trovarci, ti aspettiamo”. Cerco di concentrarmi sulla persona che avrei dovuto incontrare presso quell’istituto e mi ritrovo in mezzo ad un gruppo di ragazzi e ragazze intenti ad entrare nella loro scuola, quella indicatami dalla ragazza che mi aveva dato lì appuntamento. S’avvicina a me un bidello chiedendomi informazioni sulla mia identità e provenienza, io gli rispondo che ho perso la memoria e di non sapere, quindi, perché mi trovassi lì. M’invita a seguirlo all’interno dell’istituto mentre avverto, proveniente da poco lontano, un’energia a me familiare, mi giro verso destra e vedo la ragazza con lo specchio che sta raccontando alle sue amiche l’esperienza che l’aveva portata a ritrovare la vista, ora superiore anche a quella delle sue amiche, misurata in 12/12 dagli esperti che la tenevano in cura e dai quali ella si era appositamente recata. Il bidello, agitato, mi esorta a seguirlo, io mi avvicino a lui e gli poggio due dita (indice e medio) sulla fronte. Egli si tranquillizza e se ne va compiaciuto.   Penso al modo di avvicinarmi al gruppo delle ragazze ed ecco apparire un ragazzo più grande di me (ora, dopo il progressivo ringiovanimento iniziato sul pianeta senza nome, ho l’aspetto fisico di un sedicenne). Facciamo amicizia, gli spiego che sono appena giunto in quella città e che sono in cerca di nuove amicizie, oltre che d’informazioni sulla loro scuola. Lui afferma che, pur essendo io più giovane sono libero d’iscrivermi alla classe che preferisco perché in quell’istituto le classi le fanno le conoscenze e non l’età. Quindi mi propone di fare amicizia con le ragazze del gruppo che a me interessava. Si avvia verso di loro mentre io rimango più indietro e quando fa per presentarmi io mi trasferisco in mezzo a loro. Alla mia sinistra c’è la ragazza dello specchio e sulla mia destra una ragazza avvolta in una potente energia che di fronte a sé ha il mio nuovo amico. Scherzosamente saluto tutto il gruppo dicendo che quella mi sembra la giusta occasione per festeggiare il mio arrivo. Le ragazze a cui non era sfuggita la scena mi chiedono come io sia riuscito a scomparire e ricomparire davanti ai loro occhi, ed io gli rispondo che è solo un trucco appreso in un corso di magia che avevo seguito nella mia precedente scuola. L’amico è invece più interessato ai festeggiamenti ed inizia a fare un elenco delle cose che servirebbero e che, nello stesso istante, compaiono su di un tavolo posto all’ingresso della scuola, davanti la postazione dei bidelli. Invito tutti ad entrare dicendo loro che è già tutto pronto mentre le ragazze insistono per le presentazioni. Al che dico loro il mio nome (Max) e le prego di non pronunciare i loro perché, affermo, a me già noti. Loro incredule mi chiedono di elencarli ed io divertito rispondo che rispondono al nome di …: studentesse! Ridono tutte divertite tranne una, Keryn, la ragazza dall’energia particolare la quale rimane invece impassibile mentre si avvicina a me. Attirati dalle risa altri ragazzi e ragazze convergono verso il nostro gruppo. Keryn mi dice d’essere lei la persona che stavo cercando di cui parlava la sua amica. Io le chiedo di darmi una dimostrazione esortandola a riprodurre il mio ultimo disegno. Lei m’invita a guardarla negli occhi mentre sulla sua mano destra, tramite la sinistra, inizia a disegnare delle figure. Prima il doppio triangolo inverso (o stella a sei punte), quindi una specie d’asterisco partendo da una croce centrale fino all’ultima, quella giusta, il cerchio …

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Nuovi Mondi – Parte 6^

Con tutta calma, sempre osservandomi intorno, procedo nel mio cammino. Prima di raggiungere la piccola città, in una valle, vengo accerchiato da dieci soldati armati di lance, abbigliati con vesti simili a quelle viste nei libri che raffiguravano quelle degli antichi romani. Dopo aver udito per un po’ il loro modo d’esprimersi riesco a comprendere e parlare la loro lingua, loro si tranquillizzano ed io faccio una battuta ironica sulla loro “evoluzione” confrontandola con quella dei loro vicini. Dall’alto di una collina vedo arrivare un altro soldato il quale mi chiede come mai conoscessi la loro lingua ed indossassi quegli strani abiti. Io gli rispondo di venire da un altro mondo, d’essere in grado di apprendere in fretta qualsiasi linguaggio e di saper fare altre cose per loro impossibili. Mentre discutiamo mi sollevo da terra rimanendo sospeso in aria. Meravigliato mi chiede di dargli altre dimostrazioni  delle mie capacità ma io, ignorando la sua richiesta, gli chiedo di accompagnarmi dal suo capo. Egli obbedisce e si stupisce. Il loro sovrano mi riceve entusiasta congedando il soldato e rassicurandolo sulle mie intenzioni, in quanto a suo dire non rappresento un rischio per la sua incolumità. Chiedo al monarca se in quella città, o in qualche altra a loro vicina vi sia un’altra persona che, come me, è in grado di fare cose fuori dall’ordinario. Egli mi risponde sicuro di no, per quanto concerne la sua città, asserendo che se ci fosse stata sarebbe già al suo servizio, ma di non sapere se esistente oltre i confini da egli esplorarti. Dopo avergli fatto notare la differenza dell’accoglimento che mi è stato riservato rispetto alla prima civiltà incontrata e da loro considerata “primitiva”, ed aver da lui ricevuto l’assicurazione che avrebbe provveduto ad impartire urgenti disposizioni affinché si abbandonasse il ricorso a tali, ignobili, ostilità, lo saluto soddisfatto e vado via. Passeggiando vengo ancora rapito dalla bellezza del paesaggio e non mi rendo conto del tempo che passa e dello spazio percorso. Poi noto che il territorio circostante cambia ed inizio a vedere in lontananza quella che appare essere una strada asfaltata. La raggiungo e la percorro per circa un’ora, fino a giungere in una città apparentemente simile a quelle della vecchia Terra. Il mio sguardo si posa su di una ragazza di circa 15 anni che s’appresta, con evidente difficoltà, ad attraversare la strada. Ha evidenti problemi alla vista ma, in qualche modo scorge la mia presenza. Mentre l’attraversa sopraggiungono due veicoli nelle opposte direzioni che rappresentano un evidente, incombente pericolo per la sua incolumità. Con la sola forza del pensiero riesco a sollevarla e portarla vicina a me. Lei, non essendosi resa conto dell’accaduto e continuando a camminare, mi viene addosso, scusandosi.  Mi chiede come sia riuscito in quell’impresa ed io le rispondo che sono sorpreso quanto lei, non sapendo, prima d’allora, di poterlo fare. Ella mi chiede allora se sono in grado d’attrarre anche gli oggetti al che io mi concentro sulle tasche dei suoi pantaloni e, come per incanto, un piccolo specchio è già sulla mia mano destra. Sorridiamo, entrambi soddisfatti della riuscita dell’esperimento, quindi mi chiede di restituirle il suo specchio. Io glielo porgo e la invito a chiudere gli occhi, lei non capisce ma obbedisce. Le dico di riaprirli ed ella inizia a piangere di gioia… ha miracolosamente riacquistato la vista! Dice di vederci ora benissimo, più di quanto non ci vedesse prima d’ammalarsi. Si guarda sorpresa allo specchio che è nelle sue mani, ed afferma d’essere cresciuta. A quel punto le chiedo cosa significasse ora per lei quell’oggetto, ed ella, serenamente, mi confida che le ricorderà per sempre il momento del nostro incontro. Io le dico che, pur avendo riacquistato la vista, sta per fare di quell’oggetto una reliquia, qualcosa che esula dal suo corretto utilizzo; lei afferma di capire ciò che le ho appena detto e lo ripone nella tasca dei pantaloni. Le chiedo allora di descrive la mia persona, esortandola ad andare oltre le apparenze. Lei inizia dicendo che, innanzitutto, sono una persona diretta e poi afferma che, probabilmente, le sto nascondendo qualcosa. Io le dico che sto cercando una persona con le mie caratteristiche e che avrei accettato volentieri il suo aiuto. Lei mi confida a malincuore che vorrebbe tanto essere lei quella persona speciale ma di sapere, probabilmente, a chi mi riferivo. Quindi mi da appuntamento per l’indomani davanti ad un istituto scolastico, indicandomelo sulla sua sinistra e portandosi il dito indice dell’altra mano sul labbro inferiore,  schiacciandolo leggermente. Mi saluta senza che ci scambiamo i nomi, affermando che l’avremmo fatto al prossimo incontro, e se ne va. Mi guardo intorno e vedo tanta gente indaffarata. Mi torna allora in mente la tranquillità e la serenità degli abitanti del primo villaggio che ho visitato su quel pianeta e … improvvisamente sono di nuovo in mezzo a loro. La coppia di vecchi saggi sta parlando alla tribù. Ascolto dalle retrovie senza disturbare e così passa il tempo. I soli tramontano ed in me nasce la curiosità di seguirli nell’altra parte del pianeta. Detto e fatto! Mi ritrovo in mezzo ad una civiltà a metà tra quella egizia e quella mitologica di Atlantide. Quest’ultima intesa come una popolazione dotata di particolari capacità sensoriali attraverso cui domina energeticamente la materia e gli altri elementi (acqua, fuoco, aria). Prima che arrivassi presso di loro avevano già ultimati i preparativi per la festa d’arrivo in mio onore. La cosa m’incuriosisce non poco …

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Nuovi Mondi – Parte 5^

Faccio appena in tempo ad indossare quell’abbigliamento che, improvvisamente mi ritrovo su uno dei due pianeti che avevo in precedenza posizionati dentro il sistema solare. Esso è simile alla “vecchia Terra” e le creature ivi ospitate si sono evolute fino a raggiungere sembianze umane. Il mio nuovo incarico è quello di trovare la persona giusta cui affidare le mie conoscenze. Per non spaventare gli abitanti del nuovo mondo ho scelto una forma che si avvicinasse il più possibile alla loro. John (il mio osservatore speciale dal nome impronunciabile) che mi ha accompagnato in quel luogo, si è tanto raccomandato affinché io non facessi sciocchezze. Raccomandazioni che ho rispedito al mittente con l’aggiunta dell’esortazione a sostituirmi senza, lui, combinare guai sulla “Nuova Terra” dove è tornato subito dopo averlo salutato. Solo, m’incammino – osservando meravigliato quel posto incantevole – fino a raggiungere un villaggio di case in legno i cui abitanti, tutti nudi, mi guardano curiosi, essendo io vestito. Un bambino, attratto dai vari colori del mio abbigliamento, si fa avanti toccandomi e pronunciando parole che poco a poco riesco a comprendere, e dopo un’iniziale sorpresa mi rendo conto di poter parlare tranquillamente la loro lingua, così gli chiedo di poter parlare con un responsabile del villaggio. Lui mi prende per mano e mi accompagna in una casa dove c’era una coppia dall’apparente età di circa 50 anni che mi riceve immediatamente, nonostante stessero in quel momento discutendo tra loro. I due sono una sorta di saggi che stanno preparando un discorso per gli altri abitanti, incentrato sulla presenza nel cielo dei due soli, probabilmente considerati divinità. Mi fanno accomodare per nulla imbarazzati dal fatto che fossero nudi, quindi il vecchio saggio invita il bambino a portarmi una bevanda tiepida a base d’estratto di una pianta di quel luogo, dal gusto moderatamente amaro che mi ricorda vagamente il caffè della “vecchia Terra”. La sorseggio con soddisfazione del palato, tant’è che i due, scambiandosi un cenno d’intesa, mi sorridono. Anche loro sono incuriositi dai miei indumenti, ritenuti probabilmente inadatti al clima gradevole di quel luogo. A questo punto mi chiedono se possono essermi utili in qualche modo ed io rispondo che sto cercando una persona “speciale” di quel pianeta. Loro mi rispondono che nel villaggio non c’è nessun individuo “speciale” e che, pertanto avrei dovuto continuare la mia ricerca altrove. Mi accompagnano quindi su di una collina poco distante e mi indicano la strada per una città ove, mi dicono, ci sono uomini vestiti e case di pietra. Li ringrazio per l’informazione e, nel salutarli affettuosamente, dico loro che a missione compiuta sarei tornato a trovarli. Quindi  m’incammino felice al pensiero di poter incontrare altri individui appartenenti ad un’altra civiltà …

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L’ascensione

… <<A tutti gli esseri umani è data la possibilità di ascendere,

ma ciascuno lo deve volere liberamente.

La volontà è il potere creativo dell’essere umano

e una volta che questa è indirizzata verso l’ascensione

la crescente vibrazione globale viene integrata nei nostri corpi senza grandi difficoltà>> …

Fonte: http://www.portalediascensione.ch/cosa-e-lascensione/introduzione.html

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NUOVI MONDI – PARTE 4^

Sono sul “Pianeta degli dei” per assistere alla conferenza sul tema: <<Vita intelligente ed ambiente>>. Gli dei discutono dell’opportunità di trasferire altrove quelle specie “evolute” che, con le loro scelte inconsapevoli, stanno danneggiando l’ambiente dei pianeti che li ospitano. Il dibattito è lungo perché favorevoli e contrari si equivalgono nel numero ma alla fine decidono che per il loro corretto sviluppo è giusto che rimangano dove sono per verificare le cause delle loro irresponsabili antropizzazioni. Terminata la discussione gli dei chiedono ai semidei intervenuti di disegnare, sui soliti monitor energetici, una figura geometrica o un tema a libera scelta affiancandogli una parola o una frase. Io disegno un cerchio con a fianco la parola <<spezzatelo>>. Al termine ognuno ritorna sul pianeta di provenienza. Appena giunto sulla Terra i miei 9 collaboratori, in trepidante attesa aspettano di conoscere le novità. Gli descrivo allora la grandezza e la maestosità della bellezza del “Pianeta degli dei” anch’esso, come “Francesco” (il pianeta da me creato), costituito di pura energia e li aggiorno sul tema della conferenza mentre arriva anche il mio “Osservatore speciale” (che decido di chiamare John avendo anch’egli un nome impronunciabili come il pianeta da dove arriva) che mai mi perde di “vista” (potendo egli seguire mentalmente tutti i miei spostamenti) e che mi chiede di spiegare il motivo della scelta relativa al disegno. Io mi rifiuto perché, sostengo, ognuno deve riuscire a capirlo da sé. Nella circostanza lui, in disparte, mi comunica che è stato incaricato di seguirmi da quando sul pianeta da dove proviene (che, mi dice, segue una lunghissima orbita fin fuori il sistema solare) gli hanno comunicato che studiandomi potrà imparare ad assumere quel comportamento che più si addice ad un semidio quale egli ed io siamo. A questo punto vengo da lui esortato a scegliere un abbigliamento più consono all’attuale prestigioso incarico da me ricoperto, facendomi scegliere tra alcuni capi in suo possesso. Io scelgo degli stivaletti bassi di colore grigio, jeans rossi con macchioline viola, una cintura bianca luminescente con un simbolo particolare (una circonferenza ricavata da una croce centrale e tanti piccoli triangoli sovrapposti il cui vertice iniziale è il centro del cerchio), una maglietta di colore celeste e blu opaco con maniche corte estendibili ed una giacca similpelle del colore delle stelle.

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NUOVI MONDI – PARTE 3^

Dopo la conferenza ed il successivo, completo, riequilibrio delle energie interiori (chakra) avvenuto sul “mio” pianeta (Francesco), torno sulla Terra che nel frattempo ha subito notevoli cambiamenti. Essa s’è ingrandita ed ha modificato la sua geografia, rigenerando completamente una meravigliosa e rigogliosa natura. Gli attuali “ospiti” comunicano allegramente tra di loro per mezzo della telepatia e sono in grado di teletrasportarsi senza vincoli di sorta in ogni luogo, non esistendo più le obsolete forme di governo che innalzavano assurde barriere. Tutto appare splendido e si avverte un clima festoso in cui la gioia, la pace e l’amore regnano gloriosi ed indisturbati in un non tempo infinito. Il totale riequilibrio delle energie della Terra, grazie anche all’elevazione della consapevolezza dei suoi abitanti, fa sì che anche le piante e gli animali godano di tale influenza il che rende più sgargianti i colori delle prime e docili i secondi. Scopro con entusiasmo che anche gli abitanti degli altri mondi della galassia vengono regolarmente sul “nostro” pianeta per un vantaggiosissimo scambio interculturale che arricchisce tutti. I miei amici del “pianeta sconosciuto” mi hanno informato che in occasione del convegno tenutosi presso di loro ho meritato l’elezione a “semidio” e, pertanto, il mio corpo subirà variazioni importanti che lo porteranno verso un accrescimento graduale ma costante. Gli chiedo allora se è possibile accelerare tal processo e loro mi rispondono che essendo io un membro di una nuova specie non sono in grado di darmi una risposta, in quanto essi stessi sconoscono il risultato finale. La mia sfrenata curiosità mi porta quindi a sperimentare, su me stesso, ulteriori possibilità. Per questo mi avvalgo delle energie dei miei collaboratori, scesi con me sulla Terra, posizionandoli in cerchio intorno a me ed invitandoli ad inviarmi energia che sgorga copiosa dalla loro interiorità. Grazie a questo scopro di essere in grado di poter fare tutto ciò che posso immaginare, riuscendo quindi a superare i limiti della conoscenza, giudicati invalicabili da coloro che mi avevano preceduto.    Questa notizia giunge ad un “dio” il quale scende appositamente sulla Terra per comunicarmi che la mia trasformazione è compiuta per i tre quarti e che, per il restante quarto, tutto dipende da me. Provo a chiedergli consigli ma lui mi redarguisce affermando che il segreto dell’evoluzione consiste nel far riaffiorare e saper padroneggiare le proprie qualità, ancora latenti ed inesplorate. Dopo qualche scambio di battute sulle quali ridiamo entrambi, lui mi pone la seguente domanda: <<Secondo te, un dio cos’è?>>. Io dapprima gli rispondo scherzosamente che un dio potrebbe essere colui il quale riesce ad affermarsi sugli altri dei (cosa che in molti cercano peraltro di fare) e poi gli dico che la differenza tra lui e me sta semplicemente nel fatto che egli conosce tutte le sue possibilità mentre io ne ignoro ancora alcune. A questo punto lui, indicando un “alieno” vicino a noi, afferma che come me e come lui anche quest’ultimo può diventare un dio e che gli dei (del passato, presenti e futuri … per farmi capire da coloro i quali sono ancora prigionieri del tempo) hanno preso forma grazie al pensiero delle creature dotate di libero arbitrio. In conclusione, mi sembra d’aver capito che:

 DEI SI DIVENTA

 

PER CRESCITA

In conseguenza della curiosità dell’uomo,

spinto da una indomabile necessità

PER IDEALISMO

Grazie alla forza del pensiero

e/o del condizionamento mentale

(Religioni)

Dopo quest’incontro il “mio” dio mi comunica che sono stato convocato nel “Pianeta degli dei” per una nuova conferenza che sarà probabilmente l’oggetto del mio prossimo sogno …

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NUOVI MONDI – PARTE 2^

Mi trovo nuovamente sul pianeta senza nome (per la verità “loro” me lo hanno comunicato ma è talmente difficile che non riesco a ricordarlo) nel giorno che sulla Terra avrei festeggiato il mio 29° compleanno. Mi hanno detto che lì non avrei compiuto i 30, dato che in quel luogo il tempo non esiste e per vivere non occorre respirare, visto che è possibile trarre l’energia necessaria direttamente dal proprio “corpo”. Mi dicono che sono ormai uno di loro, cui è stata affidata la responsabilità di salvaguardare l’incolumità dei pianeti e delle forme viventi in essi ospitati appartenenti alla galassia conosciuta con il nome di “Via Lattea” e che, per questo motivo, mi è stata affidata una squadra composta di 9 collaboratori. Il mio primo incarico consiste nella creazione del pianeta presso cui, da quel momento, mi sarei dovuto stabilire, da loro battezzato con il nome di “Francesco”. Nome che, mi dicono, avrebbe dovuto essere il mio sulla Terra. Questo nuovo pianeta, che ha preso forma sulla mia mano sinistra grazie ad una grandissima energia proveniente da dentro il mio corpo, avrebbe poi ospitato anche altri esseri provenienti da diversi luoghi della galassia che condividono i miei pensieri. L’incarico successivo consisteva nel posizionare due nuovi pianeti (il mio e quello del mio gemello? O forse solo un simbolo della dualità?) all’interno del Sistema Solare. A tale scopo, con la semplice forza del pensiero, uno di loro crea un schermo energetico nel quale sono riportati tutti i pianeti e le loro orbite. Scelgo quindi quelle che secondo me sono le più confacenti per i due nuovi pianeti. Mentre sono intento nel mio lavoro, si rifà vivo il mio “osservatore speciale” (non conosco ancora il suo nome ma deve essere uno importante) al quale i miei collaboratori, telepaticamente, forniscono tutte le notizie di dettaglio circa l’operato appena svolto. I due nuovi pianeti sono stati sistemati a ridosso dei due soli in modo che su di essi si possa sviluppare la vita così come la intendiamo noi sulla Terra, partendo cioè da forme elementari che poi progrediscono in altre più complesse. Tema questo che sono stato invitato ad illustrare in un seminario intergalattivo, con la partecipazione di altri leader come me, i quali hanno a loro volta illustrato l’evolversi della vita sui loro pianeti natii. Praticamente, ho appreso, i pianeti vengono “ingravitati” attraverso minuscole particelle energetiche fluttuanti nello spazio che portano con loro tutte le informazioni che andranno a costituire il patrimonio genetico delle nuove forme viventi, soggette, in questo modo ad una costante evoluzione. Affascinante, non trovate? Il seguito nel prossimo sogno …

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NUOVI MONDI

(Sogno di Max del 10/11/2012)

Mi trovo su di un pianeta spettacolare, immerso in una natura rigogliosa. E’ giorno, nel cielo – parzialmente coperto dalle nubi – filtrano raggi luminosi d’una intensità sconosciuta, provenienti da due soli situati nel loro punto più alto.

  Intorno a me ci sono delle entità dalle sembianze umane, appartenenti ai due generi (maschile e femminile), tutti coperti da un mantello nero. Uno di loro si fa avanti rassicurandomi e dicendomi che mi segue da tantissimo tempo e che mi sono appena risvegliato da un lungo sonno che lui stesso ha provocato per potermi teletrasportare fin lì. Gli chiedo il motivo di tale interessamento nei miei confronti e lui mi dice che sono stato scelto, insieme a tanti altri, per una particolare missione: diventare un portavoce dei messaggi diretti all’umanità terrestre. Egli afferma che coloro i quali, come me, accettassero tale incarico diventerebbero leader di nuovi mondi che ciascuno riuscirà a creare dopo che sarà riuscito a riattivare i propri chakra. Entusiasta, gli domando in che modo occorre procedere per la riattivazione dei chakra ed egli mi risponde che per prima cosa occorre liberarsi della zavorra del legame con il mondo materiale. Io, impaziente, gli dico che desidero iniziare subito a seguire i loro consigli ma lui mi dice di stare calmo perché ogni cosa avrebbe seguito il suo tempo. Quindi m’informa del fatto che da quel momento egli comunicherà con me periodicamente, secondo uno schema che tiene conto delle fasi lunari delle quattro lune di quel pianeta, dove la notte – breve – dura solo quattro ore. Egli prosegue nella sua esposizione spiegandomi il motivo di quell’incontro, affermando che è dovuto al fatto che la Terraciclicamente, essendo vincolata alla propria evoluzione, ha la necessità di liberarsi del “Karma planetario” accomulato con i karma individuali degli esseri viventi che la popolano. Perciò, come me, tutti coloro i quali accetteranno saranno trasferiti (durante il sonno!?altrove in “luoghi” che più si adattano all’evoluzione dei singoli, ove riusciranno meglio a riequilibrare le loro energie (chakra).  Al termine della propria rigenerazione, la Terra (Gaia) ospiterà coloro i quali avranno raggiunto il giusto livello di perfezione, in una continua ascesa. A questo punto gli chiedo se è possibile, sulla Terra, superare i problemi che l’affliggono e lui mi risponde che la soluzione è piuttosto “semplice”, basterebbe che gli uomini collaborassero per il bene comune, abbandonando concetti quali: “proprietà” e “confini” nella considerazione che tutto ciò che è stato creato appartiene al suo Creatore. Gli uomini sono semplici ospiti del pianeta su cui vivono, pertanto, dovrebbero salvaguardarlo e non depredarlo delle sue risorse. L’integrità del pianeta come quello del corpo umano segue particolari ritmi biologici che non dovrebbero essere sovvertiti, ciò faciliterebbe il naturale risveglio delle superiori attività sensoriali già presenti in ognuno.

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