Nuovi Mondi – Parte 8^

…<<Keryn mi chiede come mai ci ho messo così tanto ad arrivare da lei (la quale, lo ricordo, è la persona cui debbo trasferire le mie conoscenze) e mi confida di avermi riconosciuto perché in passato mi aveva già rappresentato in un suo disegno. Ella, circa le sue capacità extrasensoriali, mi ha confidato di riuscire a cambiare la sua realtà attraverso i disegni, definendo questa caratteristica con il nome di <<Il Dio degli specchi>>. Nella scuola che frequenta (quella dei talentuosi) ella ha una classe tutta per sé, essendo l’unica  ad avere quel talento che sviluppa per conto proprio e non essendoci insegnanti in grado d’aiutarla. La classe stessa è una sua creazione, scaturente da un disegno che ha poi magicamente preso forma, con due finestre poste a nord ed a sud. Le dico che forse dovremmo parlare in disparte di certe cose ma lei, tranquillamente, mi risponde che stiamo comunicando telepaticamente e che, pertanto, gli altri non ci stanno ascoltando. Suona la campana d’ingresso e gli studenti non entrano, in attesa che io faccia il primo passo. Gli insegnanti, allarmati, escono a chiedermi spiegazioni. Keryn si avvicina a me dicendomi che necessita del contatto fisico con una qualsiasi parte del mio corpo, così stringe con le sue braccia il mio braccio sinistro. Agli insegnanti chiedo se desiderano associarsi a noi nei festeggiamenti in mio onore e loro accolgono la mia proposta, pressati dal mio condizionamento mentale. A questo punto entro nella scuola seguito dagli altri studenti. La festa è iniziata ed i ragazzi e le ragazze si divertono insieme ai professori ed agli altri impiegati della scuola. Mentre esploro l’edificio di 5 piani, mi fermo al terzo e scelgo una stanza nella quale entro insieme a Keryn: è la sua classe! Le chiedo di lasciarmi tutti i rotoli in suo possesso in quel momento, così da poterli consultare, e di andare a divertirsi con gli altri. Lei mi chiede come sarei riuscito a tenerla d’occhio ed io le rispondo che utilizzerò le informazioni contenute nei rotoli. Lei, scocciata, si siede ed aspetta che io le insegni quanto debbo. 1^ lezione: “Non avere fretta!”. Ogni cosa a suo tempo. Lei cerca i mie occhi poi mi viene davanti ed io le appoggio due dita (indice e medio) sulla fronte (all’altezza del terzo occhio), tranquillizzandola. Al che lei, sorridendo, mi saluta uscendo dall’aula. In uno dei rotoli leggo che in quella classe, protetta da un codice, può entrare solo chi vuole lei, ed apprendendo che la stessa era preclusa anche a me, con evidente insuccesso … ella, comprendo allora, dovrebbe quindi rappresentare per me l’ostacolo oltre il quale ritrovare la mia parte mancante … E lo stesso io per lei … interessante! Mentre è assente rielaboro mentalmente il suo aspetto fisico che ora descrivo: capelli color rame, lunghi fino all’ombelico; occhi di un verde chiarissimo, su cui porta un cerchio di colore viola; jeans neri, con una cinta anch’essa viola; una maglietta bianca con una scritta all’altezza del cuore “L’arte è infinita”; scarpe grigie. Torno quindi a concentrarmi sui rotoli ed osservo che ognuno di essi ha un colore diverso per ogni tema trattato. Dopo qualche minuto, fuori della porta chiusa, avverto la presenza di un curioso al quale, con la forza del pensiero, faccio sbattere la testa sulla porta, intimandolo poi sarcasticamente ad entrare e presentarsi. Egli afferma d’essere il bullo della scuola cui io, con il mio comportamento, sto rubando la scena. Dice d’essere venuto per impormi la sua autorità mentre io gli elenco tutti i suoi punti deboli. Sentitosi offeso cerca di colpirmi con un calcio al busto mentre sono ancora seduto davanti ai rotoli. Io non mi sposto ma il suo calcio s’infrange sul muro alle mie spalle passando sul mio corpo divenuto evidentemente inconsistente (etereo) in quell’istante, come fosse una proiezione olografica. Sentito il dolore egli indietreggia mentre il mio corpo riprende la sua naturale consistenza (è bello scoprire di avere due corpi!). Lui mi accusa d’essere un mostro ed io chiudo gli occhi e gl’invio energia (fiamma bianca) per guarire il suo piede infortunato, quindi gli chiedo se la lezione gli è bastata e lui, intristito, si gira di spalle e va via…

 

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